La globalizzazione dei diritti delle popolazioni indigene e la democratizzazione dell’economia.
DOI:
https://doi.org/10.53591/rdc.v3i3.2259Palabras clave:
Premesse preliminari, La costituzione del buen vivir, Per una cultura dei diritti umani, Il ruolo del giudice tra i nuovi diritti e i diritti economici, Considerazioni conclusiveResumen
L’esistenza delle popolazioni indigene è in numerevoli zone del nostro pianeta seriamente minacciata a causa della sistematica disattenzione e oppressione dei diritti umani e delle minoranze da parte dei governi nazionali, a causa della marginalizzazione politica, a fenomeni discriminatori mirati ed alla costrizione all’assimilazione. La ragione è, quasi sempre, di natura economica e legata agli interessi di una specifica élite nazionale o internazionale. Siamo ancora lontani da un umano bilanciamento dei diritti contrapposti, forse anche per l’incapacità degli stati nel costruire e nel mantenere sistemi giuridici efficaci, che finiscono in questo modo con l’indebolire alla base la potestà della legge, violando i diritti innati degli individui e dei popoli.
Citas
Cfr. M. G. Losano, I grandi sistemi giuridici. Introduzione ai diritti europei ed extraeuropei, Laterza, Roma-Bari, 2000; L. Pegoraro, A. Rinella, Costituzioni e fonti del diritto, Giappichelli, Torino, 2018, passim.
«Constitutions of the older type may be called Flexible, because they have elasticity, because they can be bent and altered in form while retaining their main faetures. Constitutions of the newer kind cannot, because their lines are hard and fixed», J. Bryce, Flexible and Rigid Constitutions, in Studies in History and Jurisprudence, vol. I, Oxford University Press, Oxford, 1901, p. 154. Per quel che concerne l’esperienza italiana, F. Lanchester, La costituzione tra elasticità e rottura, Giuffrè, Milano, 2011, p. 6 e ss.
Nel 1979, con l’elezione del presidente Jaime Roldós, ha inizio un processo di ri-democratizzazione; cominciano ad organizzarsi numerevoli movimenti indigeni, sino a giungere alla fondazione, nel 1986, della Confederazione delle Nazionalità Indigene dell’Ecuador (conaie). Poco dopo, nel 1990, la Confederazione ha mobilitato una rivolta nazionale e chiesto la riforma costituzionale e la proclamazione dell’Ecuador come stato plurinazionale.
Nel decennio compreso tra il 2007 e 2017 l’Ecuador ha registrato un ulteriore aumento della produzione cominciato nel 2004, arrivando da 310.000 barili al giorno a 520.000. Con la crisi del 2008 anche la produzione di petrolio nel Paese è andata riducendosi, per poi riprendere nel 2010 e mantenersi stabile sino al 2015. Stando alle stime rilevate dalla fondazione Rainforest Information Centre, delle foreste protette all’incirca 728.000 ettari sono stati destinati alle operazioni di estrazione.
F. Ramírez Gallegos, Processo costituente ecuadoriano e legittimazione democratica: un contrappunto andino, in S. Bagni (a cura di), Dallo Stato del bienestar allo Stato del buen vivir. Innovazione e tradizione nel costituzionalismo latino-americano, Giappichelli, Torino, 2013, p. 103 e ss. A proposito del buen vivir v. S. Baldin, La tradizione giuridica contro – egemonica in Ecuador e Bolivia, in Boletín Mexicano de Derecho Comparado, 143, 2015, p. 489: «Carducci riconduce il buen vivir a sette categorie concettuali. La prima è quella della tradizione giuridica indigena. La seconda prospettiva riguarda la politica economica, proponendo una via alternativa allo sviluppo di tipo occidentale. E ancora, la cosmovisione andina sostituisce quella di matrice statunitense del nomos della Terra, prevalente nel Sud America, mediante un diverso modo di governare un paese; può collocarsi nella corrente del nuevo constitucionalismo latinoamericano; contrassegna una nuova semantica della costituzione, distinta dagli stilemi occidentali; riflette un sapere che si aggiunge a quello dei colonizzatori e che va considerato per fondare una epistemologia del Sud, basata sulla democratizzazione, la demercantilizzazione e la demistificazione per scongiurare l’uso di categorie occidentali; infine, il buen vivir indica il superamento della ragion di Stato economica».
«I diritti di prima, seconda e terza generazione, infatti, anche se troppo spesso solo nella loro forma, sono stati adottati e fanno costantemente parte dei valori e dei testi costituzionali latinoamericani», A. Apostoli, Alcune (prime) osservazioni sulle tendenze del costituzionalismo latinoamericano, in A. Saccoccio (a cura di), Sistema giuridico latinoamericano, Giappichelli, Torino, 2019, p. 112.
Art. 71. Costituzione dell’Ecuador. Art. 72. La natura ha diritto a interventi di risanamento. Tali interventi saranno indipendenti dall’obbligo che hanno lo Stato e le persone fisiche e giuridiche di risarcire gli individui e le collettività che dipendono dai sistemi naturali danneggiati. Nei casi di impatto ambientale grave o permanente, inclusi quelli derivanti dallo sfruttamento di risorse naturali non rinnovabili, lo Stato stabilirà i meccanismi più efficaci per il risanamento e adotterà misure adeguate per mitigare o eliminare le conseguenze ambientali nocive. Art. 73. Lo Stato adotterà misure precauzionali e restrittive per attività che possano condurre all’estinzione di specie, alla distruzione di ecosistemi o all’alterazione permanente dei cicli naturali. È proibita l’introduzione di organismi e di materiale organico e inorganico che possano alterare in modo definitivo il patrimonio genetico nazionale. Art. 74. Le persone, i popoli, le comunità e le nazionalità avranno diritto a godere dell’ambiente e delle ricchezze naturali che rendono possibile il buon vivere. I servizi ambientali non saranno suscettibili di appropriazione; la loro produzione, il loro approvvigionamento, utilizzo e godimento saranno regolati dallo Stato. Per un approfondimento v. G. Weber, Introducción, in Id., Debates sobre cooperación y modelos de desarrollo. Perspectivas desde la sociedad civil en el Ecuador, Centro de Investigaciones Ciudad-Observatorio de la Cooperación al Desarrollo en Ecuador, Quito, 2011, p. 13 ss.
Cit. A. Acosta, in U. Biemann, P. Tavares, Forest Law – Foresta Giuridica, Nottetempo, Milano, 2020, estratto da https://www.che-fare.com/almanacco/societa/diritti/come-la-costituzione-dellecuador-ha-forgiato-i-diritti-fondamentali-della-natura/?print=print.
Cfr. G. Zanghì, La protezione internazionale dei diritti dell’uomo, Giappichelli, Torino, 2013, passim; L. Mezzetti, L’America latina, in P. Carozza, A. Di Giovine, G. F. Ferrari (a cura di), Diritto costituzionale comparato, Laterza, Roma-Bari, 2014, pp. 464 e ss.
Corte Internazionale di Giustizia, 30.6.1995, Case Concerning East Timor, Portogallo c. Australia; C.I.J., 9.7.2004, Legal Consequences of the Construction of a Wall in the Occupied Palestinian Territory, parere consultivo.
Cfr. I. Brownlie, Principles of Public International Law, VII ed., Oxford University Press, Oxford, 2008, p. 511; A. Cassese, Self-Determination of Peoples. A Legal Reappraisal, Cambridge University Press, Cambridge, 1995, pp. 140 e ss.
I. P. Celi Toledo, Teoria y politica del costitucionalismo en América latina, in AA.VV., Costitucionalismo contemporaneo en América latina, Dykinson, Madrid, 2019, pp. 75 e ss. Contra N. Pérez Ruales, Hacia un nuevo modelo de desarroll, in R. Ávila Santamaría (a cura di), La Constitución del 2008 en el contexto andino. Análisis desde la doctrina y el derecho comparado, Ministerio de Justicia y Derechos Humanos, Corte IDH, Costa Rica, 2008, pp. 201 e ss.
Nel 1989, l’Organizzazione Internazionale del Lavoro (ILO) - un’agenzia delle Nazioni Unite – ha adottato la Convenzione ILO 169 sui diritti dei popoli indigeni e tribali, con la quale sono stati riconosciuti alle popolazioni indigeni un insieme di diritti fondamentali, necessari per la loro sopravvivenza, quali i diritti sulle terre ancestrali e il diritto di decidere autonomamente del proprio futuro. Essa
costituisce, al momento, il più importante strumento legislativo internazionale di protezione dei diritti dei popoli indigeni. Con la ratifica della Convenzione, i vari stati si impegnano a garantire in maniera efficace ed efficiente l’integrità fisica e spirituale dei popoli indigeni, ovviando a qualsivoglia fenomeno discriminatorio nei loro confronti.
Essa è stata ratificata da diversi paesi, anche europei, in testimonianza del fatto che, pure se non abitati dai popoli tribali, le proprie azioni in ogni caso impattano, e direttamente, sui diritti di queste.
Ex multiis, R. V. Pastor (a cura di), Estudios sobre el nuevo constitucionalismo latinoamericano, Tirant Lo Blanch, Valencia, 2012, passim.
Art. 32 Dichiarazione delle Nazioni Unite sui Diritti dei Popoli Indigeni, Assemblea Generale delle Nazioni Unite, Sessantunesima sessione, Punto 68 dell’ordine del giorno. Rapporto del Consiglio sui Diritti Umani, Dichiarazione delle Nazioni Unite sui Diritti dei Popoli Indigeni, 13 settembre 2007, tr. it. E. Borghino, G. Tescari (a cura di), 2008, p. 10, estratto da: https://www.un.org/esa/socdev/unpfii/documents/DRIPS_it.pdf .
Art. 32 Dichiarazione delle Nazioni Unite sui Diritti dei Popoli Indigeni, cit.; Cfr. S. Baldin, Giustizia indigena e giustizia costituzionale interculturale nell'ordinamento boliviano, in C. A. D’Alessandro, C. Marchese (a cura di), Ius dicere in a globalized world. A comparative overview, Roma Tre Press, Roma, 2018, p. 359 e ss.
«An ILO study on the extent to which indigenous peoples’ issues were covered in national poverty papers (PRSPs) showed that for the 14 countries analysed, most PRSPs acknowledged a disproportionate representation of indigenous peoples among the poor, but virtually no recommendations were made to address this disparity», M. Tomei, Indigenous and Tribal Peoples. An Ethic Audit of Selected Poverty Reduction Strategy Papers, International Labour Office, Geneva, 2005, pp. 15 e ss. estratto da: https://www.ilo.org/wcmsp5/groups/public/---ed_norm/---normes/documents/publication/wcms_100602.pdf; v. anche R. Plant, Indigenous peoples, ethnic minorities and poverty reduction: Regional report, Asian Development Bank, Manila, 2002, p.32.
Per citare alcuni dei provvedimenti susseguitisi: la legge sullo sviluppo agrario, con l’obiettivo di garantire la sicurezza della proprietà collettiva e individuale della terra, sino a rafforzare l’aspetto comunitario della produzione tradizionale. E ancora, la legge sull’organizzazione e gestione delle comunas, per mezzo della quale viene riconosciuto – a tutte le popolazioni indigene - l’esercizio dei diritti collettivi. La legge sulle terre vacanti, con la quale si escludono esplicitamente da questa categoria tutte le terre ancestrali in cui vivono le popolazioni indigene.
La maggioranza delle tribù indigene vive in Asia; la restante parte è sparsa in tutti i continenti. Essi, tutt’oggi, rappresentano la maggioranza numerica della popolazione dell’Africa, dell’America Latina e dell’Oceania. Per essere precisi, si contano circa 84 milioni di Adivasi in India, 40 milioni di Indiani in America, i Maori in Nuova Zelanda,gli Aborigeni in Australia, i San nell'Africa meridionale. Nel continente africano, molti tra i gruppi etnici diversi da quelli predominanti nei singoli stati non vengono considerati come "indigeni" secondo l’interpretazione data dal diritto internazionale. La ragione sta nel fatto che i governi post-coloniali sono formati dai rappresentanti di altre etnie locali, differentemente da quanto accade in altri paesi. Vengono considerati "indigeni" solo taluni piccoli gruppi isolati, come per esempio i pigmei, ovvero i tuareg. In Europa, invece, sono considerati indigeni pochi popoli, come i Lapponi o Sami, insediati nelle terre subartiche dalla Norvegia fino alla Russia. Questi rappresentano il gruppo più numeroso. Accanto alle popolazioni indigene oggi riconosciute, debbono aggiungersi ulteriori tribù mai contattate dalla civiltà industrializzata. La maggior parte di queste tribù si trova in America meridionale, specie in Perù e Brasile. Altre sono rinvenibili in paesi come la Nuova Guinea, l’Australia, o nelle Isole Andatane.
Ban Ki Moon, Giornata internazionale dei popoli autoctoni, 9 agosto 2007, estratto da: Popoli indigeni: minacciati da clima e nuove fonti energetiche / Notizie / Home - Unimondo
Cit. Sha Zukang, Rechte Der Indigenen Völker “Although we are in different boats you in your boat and we in our canoe we share the same river of life”, Hüter der Traditionen des Clans der Schildkröten in Onandaga, Oren Lyons, 2009, estratto da: file:///C:/Users/User/Downloads/RECHTE_DER_INDIGENEN_V%C3%96LKER.pdf.
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